Phantom of the Opera
(recensione a cura
di Enrico Pantalone)
94’
Regia: Rupert Julian (Edward Sedgwick,Ted Browing)
Cast: Lon Chaney, Mary Philbin,
Norman Kerry, Gibson Gowland
Un film davvero
spettacolare, come del resto molti prodotti in USA nel triennio 1924-1926, con elaborate e dispendiose scenografia, ed un cast decisamente
buono a partire ovviamente dal grande Lon Chaney, insuperato maestro del grottesco e dell’horror nei
personaggi che interpretava.
Il fantasma
dell’Opera (Lon Chaney), un
uomo dal viso orrendamente deturpato vive nei
sotterranei inesplorati del teatro parigino, nelle catacombe più oscure dei
canali di scolo, ma in appartamenti dal sapore regale, dove non si fa mancare
nulla, appare e scompare attraverso condotti e passaggi segreti che solo lui
conosce, nessuno lo cerca e lui nessuno disturba, in molti hanno paura di lui e
le sue apparizioni spettrali incutono timore.
Questo almeno finché
egli non s’innamora della prima donna dell’Opera (Mary Philbin)
e decide di portarla, con aiuti più o meno velati, con
aiuti più o meno raccapriccianti, al successo: in pratica egli instaura un vero
regime del terrore contro chiunque si metta contro la giovane donna, agisce da uomo
innamorato, ma con un sadismo accentuato verso i suoi nemici, diventati oramai
tutti coloro che lavorano nel teatro parigino.
Il successo arriva,
Mary diventa una star mondiale e nello stesso tempo cresce la passione dentro
il macabro uomo, completamente impazzito crede di poter finalmente avere la
virtù della donna e le da un appuntamento in un angolo
nascosto dei camerini.
La donna è felice
di conoscere il suo estimatore e benefattore, ma ama già un altro uomo
(interpretato da Norman Kerry) e quando vede l’orrendo volto dell’uomo che la
portata al successo non resiste, lo caccia, ne ha paura, lo mette così in fuga,
anche perché accorrono un po’ tutti alle sue urla.
Così il Fantasma,
deluso, amareggiato, distrutto decide di vendicarsi e rapire la ragazza, lo fa
durante una rappresentazione e qui comincia una parte veramente bella del film,
dove si possono vedere i grandi set preparati per le riprese: infatti, la
dimora dell’uomo è posta diversi piani sotto il palcoscenico 5…6, e per
arrivarci oltre alla discesa che sembra quella dell’Inferno, bisogna usare una
barca, attraversare canali tutti in stile medievale e gotico, perfino
l’appartamento dove porta la donna sembra essere un
castello antico per com’è costruito, uno sforzo notevole per rappresentare come
metafora la distruzione di un uomo, eppure anche in questa momento, il Fantasma
non tocca nemmeno con un dito la giovane, la vuole per sé, reclusa, ma non
intende usare nessun tipo di violenza su di lei, è un uomo innamorato, Mary
incomincia a capire e non ha più paura di lui, ne ha compassione, comprende il
suo dramma, il Fantasma barcolla, e se ne va…..
Naturalmente
all'inseguimento e per salvare Mary si getta il suo innamorato, mentre tutta la
gente che prima aveva paura del “Mostro” si getta sulle sue tracce, sono aperti
i canali di scolo in maniera tale che l’acqua defluisca e che si possa
camminare senza troppi problemi, mentre Mary viene
salvata, si consuma l’ultimo atto della vita del Fantasma, braccato, muore
definitivamente: il bene ha vinto ed il male ha perso, almeno così dovrebbe
essere.
L’uso del Technicolor
ha dato modo al regista (od ai registi ?) di caricare
certe riprese in maniera tale che apparissero molto più drammatiche ed orrende
e che colpissero la fantasia degli spettatori, in realtà non si sa bene se solo
Julian fu veramente il solo regista del film, alcuni
danno per scontato che anche Sedgwick e Ted Browing partecipassero ad esso o che lo finissero.
Julian aveva già diretto altri film a carattere
misterioso dell’epoca, ma secondo alcuni la mano di Browing
si vedrebbe in alcune scene a tinte più forti, indubbiamente fu un grande
successo di pubblico oltre che personale di Chaney:
il film fu oggetto di remakes numerose volte (anche
con titoli diversi), ma indubbiamente il pathos e l’atmosfera creata con il suo
volto dall’attore dalle mille facce è pressoché
inimitabile ed intramontabile